Videointerviste all'ex partigiano Pino, nome di battaglia Nopi (il suo nome al contrario), e ad Ivo Zambardini (nome di battaglia Landrù). Pino ricorda, sollecitato dalle domande, la reazione dei partigiani e di Boldrini, dopo l'8 settembre, e la caduta del regime. Racconta la propria esperienza di gappista, l'addestramento, le azioni
"contro i fascisti", le motivazioni. Sottolinea come si sia dovuto spesso auto-addestrare. Rievoca il suo incontro con Boldrini a Vercelli, alla leva per entrare nella X Mas, da cui scapparono insieme subito. Spiega quindi le peripezie e gli incontri successivi, fino ad arrivare a Ravenna, quindi all'accampamento all'isolotto degli Spinaroni. Narra l'organizzazione all'interno dell'accampamento. Gino si sofferma sul rapporto personale con Boldrini, sul periodo in cui aveva fatto l'autista per lui, su alcuni episodi che lo hanno visto coinvolto insieme a Boldrini. Pino legge, come gli altri ex partigiani, un brano di una poesia di Bertold Brecht (fine intervista a Pino: 08:19:14:10). Inizio intervista a 'Landrù'. L'ex partigiano ricorda l'origine del suo nome di battaglia. Un manovale che aveva conosciuto prima della guerra lo chiamava così, con riferimento ironico al personaggio francese che uccideva le donne. Ivo Zambardini narra di come lo scelsero, come comandante più giovane, per portare la bandiera nella Ravenna liberata. Sottolinea come in realtà il giorno della smobilitazione della Brigata fosse stato molto triste, con Boldrini che piangeva più di altri. Narra del giorno della consegna della medaglia a Boldrini come un momento di grande gioia per tutti. Landrù viene invitato a raccontare la dinamica e le azioni che portarono alla liberazione di Ravenna, con i differenti compiti assegnati ai partigiani e agli alleati. Landrù narra dell'esperienza all'isola degli Spinaroni da quando vi arrivò lui più tardi, rispetto ad altri. Ivo sottolinea quindi il suo dispiacere per il fatto che a suo avviso non sia stato abbastanza riconosciuto e narrato il ruolo importantissimo dei contadini durante la Resistenza. Racconta infine del suo incontro e rapporto con Boldrini che gli diede subito molta fiducia, avendo lui un carattere sicuro delle proprie capacità di stratega. Con compiacimento sottolinea il fatto che veniva naturale dargli fiducia perché "a cinque anni ho iniziato a lavorare, perciò a vent'anni ero già vecchio". Anche per questo fu subito eletto comandante di compagnia. Ripreso in primissimo piano, Landrù legge più volte il brano della poesia di Brecht. (Fine intervista: 08:33:21:22)