Ordine del giorno: 1. Approvazione verbale precedente; 2. Situazione generale della Fondazione; 3. Varie ed eventuali. Sono presenti: U. Adilardi, G. Albonetti, D. Alessi, F. Berruti, E. Bouchard, G. Boursier, D. Calopresti, C. Caprara, C.F. Casula, G. Cesareo, M. Conforti, G. D'Autilia, R. Ferraro, V. Filippetti, B. Ghiglia, P. Ghione, A. Giannarelli, U. Gregoretti, R Gualtieri, W. Labate,
A. Medici, V. Mancuso, G. Monina, M. Morbidelli, A. Natoli, L. Osbat, G. Parinone, G. Polo, M. Sani, S. Savorelli, P. Scamati, E. Segna, E. Taviani, B. Toso, G.A. Tozzi, A. Triulzi, L. Vanni, G. Volpi Sono rappresentati per delega: G. Altieri, M. Argentieri, C. Bernardini, G. Bertolucci, M. Bertozzi, S. Bianchi, F. Birri, R. Cariuccio, L. Castellina, V. Castronovo, A. Ceste, G. Chiesa, G. De Luna, G. Festa, M. Franceschini, F. Garibaldo, G. Gili, F. Giraldi, P. Isaja, M.P. Meandri, P. Ortoleva, A. Pepe, P. Pietrangeli, F. Pullano, F. Re David, M. Revelli, T. Rinaldini, N. Tranfaglia, Sono presenti i funzionari e i collaboratori della Fonazione: Aurora Palandrani, Antonella Chiea, Serena Barela, Fabrizio Moggia, Claudio Olivieri. E' presente il dott. Walter Balzani presidente del Collegio dei revisori dei conti. Il presidente Calopresti apre l'assemblea entrando nel merito di alcuni progetti di lavoro. Segnala l'importanza del possibile ruolo della Fondazione, che nasce nell'ambito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di coordinamento degli archivi audiovisivi e della loro messa on line. Si tratta di un'ipotesi di collaborazione tra archivi di cui il primo passo potrebbe essere costituito dall'accordo tuttora allo studio tra l'AAMOD e l'Istituto Luce. Propone quindi all'Assemblea di esprimere due o tre delegati che lavorino all'elaborazione di questo accordo insieme al Direttore e all'avvocato della Fondazione Miccichè. Secondo Calopresti si tratta di una proposta che potrebbe alleggerire l'Archivio da una serie di oneri relativi a: magazzino, attualmente in una condizione precaria; personale, parte del quale potrebbe essere stipendiato dal Luce pur continuando a svolgere il lavoro sui materiali dell'Archivio (conservati presso il Luce); alla catalogazione e digitalizzazione dei materiali filmici, che l'Archivio condividerebbe con il Luce. Un'ipotesi di "federazione" tra Archivi lascerebbe a ognuno la propria autonomia e creerebbe un gruppo di soggetti più forte nell'accesso ai finanziamenti del Ministero. Propone quindi di dare la parola al direttore generale D'Autilia per un aggiornamento sui problemi che hanno dato vita all'Assemblea e poi di aprire la discussione. Il direttore D'Autilia, a proposito delle dimissioni di tre membri del cda, esprime il suo rammarico per la situazione di conflitto che per mesi si è protratta all'interno del consiglio di amministrazione ed esprime la necessità, anche in relazione al corretto svolgimento del suo lavoro di direttore, di rendere al più presto operativo il cda; aggiunge che l'Assemblea è stata convocata proprio per affrontare questo problema. Ricorda che il verbale del consiglio dei revisori dei conti dell'Archivio, inviato qualche settimana prima, contiene alcune indicazioni in merito alla situazione economica dell'Archivio e una certa preoccupazione per la situazione amministrativa; a questo proposito D'Autilia informa che tutto il personale è stato regolarizzato con i contratti relativi all'anno in corso e che questa operazione ha subito un ritardo dovuto a una discussione sulla forma dei contratti. In uno degli ultimi cda era emersa l'esigenza di trasformare i contratti dei collaboratori (attualmente a progetto), in assunzioni a tempo determinato. Dopo aver esaminato questa possibilità, D'Autilia dice di aver stabilito, d'accordo con il presidente e il direttore amministrativo, di rimandare la decisione poiché questa avrebbe comportato un onere che l'Archivio non è al momento in grado di sostenere (ca. 35.000,00 euro annui). Si stanno tuttavia studiando soluzioni strutturali per la soluzione dei problemi anche del personale. Aggiunge che la situazione economica attuale non è diversa da quella di italiane, alla continua ricerca di nuovi finanziamenti D'Autilia informa inoltre che fra le soluzioni strutturali prospettate c'è quella dell'accordo sph -l'Isi ìf ufo The e, che consentirebbe, a partire dalla collaborazione già in essere per la gestione della banca dati, oi^ndividere le strutture tecnologiche del Luce per la conservazione, la catalogazione e la digitalizzazione e tutte le lavorazioni della pellicola che l'Archivio oggi non può permettersi. Aggiunge di aver incontrato a questo proposito il Direttore del Luce e di aver incaricato l'avvocato Miccichè di elaborare un proposta vantaggiosa per l'Archivio. La seconda soluzione strutturale, prosegue, riguarda le opportunità create dalla nuova sede di via Ostiense, che permetterà di articolare maggiormente le attività della Fondazione, anche se comporterà un costo maggiore in termini di gestione. La Fondazione, continua D'Autilia, ha un costo annuale di 450 mila euro, di cui circa 200 mila euro sono coperti da fondi istituzionali. La moltiplicazione delle attività non è una risorsa sufficiente a coprire i costi, per questo sono necessari interventi strutturali, in primo luogo sul personale. L'Archivio ha inoltre fatto richiesta dell'otto per mille, in collaborazione con l'Istituto Luigi Sturzo, per un totale di circa 850 mila euro da condividere. Riguardo alla nuova sede, D'Autilia informa che sono in corso i lavori di ristrutturazione e che i fondi per questi sono stati reperiti in parte presso la Fondazione Monte dei Paschi di Siena (100.000 euro), mentre si attende il bando del Dipartimento Sociale - Direzione Regionale istruzione, Programmazione dell'offerta scolastica e diritto allo studio della Regione Lazio, relativi al 2006 e al 2007; a questo va aggiunto un finanziamento a fondo perduto di 10 mila euro dell'Acea. Inoltre, aggiunge D'Autilia, il Comune di Roma ha chiesto di inaugurare in autunno la nuova sede alla presenza del Sindaco Veltroni. Per quanto riguarda le attività D'Autilia informa che la Presidenza della Regione ha garantito che potrà sostenere la Fondazione con un fondo speciale. D'Autilia aggiorna quindi l'Assemblea sullo stato dei progetti in corso e sullo sviluppo dei nuovi rapporti. Taviani sostiene che le attuali difficoltà economiche della Fondazioni non sono diverse dalle difficoltà che sono costrette ad affrontare molte Fondazioni italiane e che anche in passato l'Archivio ha dovuto ritardare di mesi il pagamento degli stipendi dei dipendenti (senza peraltro informarne l'Assemblea). Ritiene che l'Archivio stia facendo uno sforzo importante per risolvere il problema e anzi per raggiungere una soluzione strutturale del problema (rispetto al quale la proposta Luce è un'ipotesi che per il momento è prematuro discutere). Più importante è l'aspetto "politico" degli attuali cambiamenti: in particolare i nuovi rapporti creati con le istituzioni di riferimento (MiBAC, Regione Lazio, Comune di Roma, ecc.) e quelli con le altre Fondazioni, che hanno permesso di dare vita a progetti di ampio respiro. Sia pur tenendo conto dei limiti nella comunicazione con i garanti e delle incomprensioni degli ultimi mesi, l'Archivio vive una fase vitale di grande apertura verso l'esterno; diverso e positivo è anche il clima interno con i dipendenti. Il eda ha invece continuato a riflettere una spaccatura interna che esiste da cinque anni e che è necessario superare definitivamente per avviare una nuova fase. Volpi esprime il suo apprezzamento per le iniziative della Fondazione, in particolare quella sulla propaganda e il rapporto con nessuno Tv, e sottolinea l'importanza della divulgazione della memoria. Tuttavia ritiene che i rapporti con le istituzioni e con soggetti diversi fossero presenti anche in passato. Fa anche un accenno al progetto di una nuova legge sul cinema e chiede ulteriori informazioni sul progetto di collaborazione con il Luce. Calopresti dice che si tratterà di predisporre un coordinamento tra gli archivi, di lavorare sulle immagini, e che ogni archivio conserverà la propria autonomia nell'uso dei materiali; ma che è importante che il Luce (cioè lo Stato) si faccia carico di alcune voci di spesa per l'Aamod. Per ciò che riguarda la produzione ogni archivio manterrà la propria autonomia. Medici dice che in quanto consigliere dimissionario non ritiene che la situazione dei problemi dell'Archivio sia così semplice come prospettato da alcuni e che in eda non si è fatta un'opposizione pregiudiziale; aggiunge che comunque è importante risolvere la situazione conflittuale al suo interno. Sulla questione dei contratti ritiene che la decisione di portare tutti i contratti a progetto a contratti a tempo indeterminato era stata presa dal eda e che essa non è stata applicata per motivi che non intende discutere. Sulla questione del Luce ritiene che essa ponga un problema politico dato che un'istituzione come il Luce è sempre condizionata da : livello istituzionale e che quindi qualsiasi decisione in merito rappresenti un rischiò, dell ' Archivio. Alessi interviene sostenendo la necessità di sciogliere i nodi che hanno portato al conflitto intemo''àrcÒhsiglio di amministrazione. Ritiene decisivo un superamento dei dissidi che possa portare l'archivio ad operare un salto di qualità sia nei rapporti interni del gruppo dirigente, sia nella sua attività culturale. Non condivide le posizioni di Taviani e si augura che si possa giungere alla composizione di un nuovo consiglio di amministrazione che rappresenti tutti i garanti. Adilardi dice di essere uno dei promotori dell'assemblea in corso e di aver auspicato una discussione per arrivare in un clima amichevole alla definizione di un gruppo dirigente che sia espresso in elezioni da tenere a breve scadenza e che sia quindi necessario esprimere una lista unitaria. Osbat dice di aver partecipato all'attività dell'Archivio da 15 anni, inizialmente come rappresentante della Fondazione Pastore e ora portando il contributo e la collaborazione dell'università di Viterbo. Prosegue affermando che 'Archivio si trova ora in una fase importante di trasformazione e che la spaccatura all'interno del cda può essere considerata un segno dell'attuale cambiamento del modo di fare cultura in Italia. I segni di questo cambiamento in Archivio sono, a suo modo di vedere, i nuovo rapporti che si stanno creando con l'istituto Luce, con l'istituto Sturzo (un rapporto che prima sarebbe stato molto difficile), l'iniziativa di ospitare la Biblioteca Barbaro, il nuovo rapporto con l'Università Roma Tre, situata a pochi passi dalla nuova sede dell'Archivio. Scamati non concorda con la visione a suo parere ottimistica di Taviani e sottolinea che non bisogna sottovalutare il lavoro svolto dall'Archivio in passato anche in termini di rapporti con le altre fondazioni (con lo stesso Istituto Sturzo, con l'Istituto Gramsci, la Fondazione Basso, ecc.). Esprime poi le sue riserve sul rapporto con il Luce, dato che il Ministero è in genere più sensibile alle attività delle grandi strutture piuttosto che all'arcipelago dei piccoli archivi, mentre l'Aamod dovrebbe accreditarsi come coordinatore e portavoce proprio delle istanze dei piccoli archivi. Parinone, dice che non vuole schierarsi con una parte specifica e di parlare anche a nome di Bertozzi in quanto suo delegato. Crede che l'attuale cda debba essere messo nelle condizioni di lavorare e propone il ritiro delle dimissioni dei tre consiglieri uscenti. Ritiene quindi necessario andare alle elezioni di novembre con un piano comune fatto di pochi punti condivisi. Esprime quindi i suoi dubbi sull'operazione Luce ma ritiene che si debba creare un gruppo di lavoro che si concentri sia sul progetto Luce che sulla nuova sede, che dovrà essere un luogo di sviluppo di progetti culturali e sulla formazione. Filippetti insiste sulla necessità di puntare sulle risorse e sulle competenze dell'Archivio e sostiene che è necessario tener conto del mutamento del clima politico, nei rapporti ad esempio con il Ministero del Lavoro e con la Cgil. Conclude suggerendo di accettare le dimissioni dei consiglieri uscenti e dicendo di essere d'accordo con l'impostazione di Calopresti. Labate dice che è la prima volta che partecipa a un assemblea dell'Archivio e che le sembra di vedere due diverse impostazioni. Suggerisce inoltre di non spaventarsi dell'ipotesi Luce, un organismo con cui bisogna confrontarsi e non così potente da creare difficoltà all'Archivio. Aggiunge che è cambiato ormai in Italia il rapporto con le immagini e che bisogna tenere conto delle novità portate anche nel campo dell'audiovisivo da Internet. Toso dice di essere uno dei firmatari della richiesta di convocazione dell'assemblea perché interessata a conoscere le motivazioni delle dimissioni di tre membri del Consiglio di Amministrazione. Ritiene inoltre che il meccanismo di ammissione dei nuovi garanti nell'ultima assemblea non sia stato corretto e a tal proposito chiede sia data risposta a quanto già richiesto per iscritto Nel merito della questione dell'ingresso dei nuovi garanti Morbidelli risponde che i meccanismi di ammissione dei garanti sono stabiliti dallo statuto. Avendo presieduto, in assenza del presidente, quella assemblea, assicura che tutto si è svolto con regolarità, di aver fatto una verifica accurata sull'esito del voto e comunica che il risultato è quello già conosciuto. Toso prosegue dicendo che, a norma di statuto, il Direttore Generale non ha il diritto di votò, e <|u^ìmé^duòé che non può neanche ricevere deleghe per l'assemblea, come invece è accaduto. Chiede assemblèa' si esprima su questo punto per evitare ambiguità. Chiede poi chiarimenti in merito alle intenziohi''del4-Ar£hivio rispetto alla sede definitiva di via Mozart, dove lei, per conto e a spese dell'Associazione ProMemoria e di Fotoarchivi&Multimedia ha già curato il trasferimento e la sistemazione preliminare dei materiali fotografici dell'Associazione PM insieme ad una parte di quelli della Fondazione AAMOD che, per la parte restante, sono stati resi disponibili nei locali dei nuovi uffici di Fotoarchivi&Multimedia in via Flaminia n. 48. Dopo un'ulteriore richiesta di chiarimento di Scamati in merito alle deleghe del direttore, Calopresti dice che la questione va chiarita e propone che i residenti a Roma non possano dare deleghe in Assemblea. Cesareo dice di ritenere opportuno un cambiamento di tutto il cda e ribadisce la necessità, già espressa in passato, di tornare a ragionare sul valore della memoria e sul senso da dare alla battaglia sulla memoria, decisiva per la Fondazione. Altro obiettivo decisivo, già proposto, è quello della creazione in Italia di una rete di corrispondenti per la diffusione dei materiali dell'Archivio. Morbidelli riassume brevemente la questione del cda: tre consiglieri (Scamati, Giannarelli, Medici) hanno presentato le dimissioni; il cda ha chiesto loro di ritirarle ma i tre consiglieri le hanno confermate. Come previsto dallo statuto, il cda ha chiesto la loro sostituzione con i primi tre membri non eletti: Gaetano Stucchi, Max Franceschini, Luciano Vanni. I primi due hanno rifiutato mentre Vanni si è riservato di decidere. A questo punto, conclude Morbidelli, le soluzioni sono due: o il reintegro dei dimissionari o nuove elezioni del cda (la cui scadenza naturale è a novembre). Volpi, d'accordo con Toso e Parinone, chiede il ritiro delle dimissioni dei tre consiglieri. Sani ritiene che l'apertura della nuova sede rappresenti un salto di qualità importantissimo per la storia della Fondazione, un successo che tutti devono condividere. E' d'accordo nel chiedere il reintegro dei dimissionari ed esprime il suo compiacimento per il lavoro dell'Archivio, del suo presidente e del direttore. Esprime tuttavia preoccupazione per l'accordo con l'Istituto Luce e propone la creazione di una commissione di 4-5 membri che lavori in stretto contatto con il direttore e con l'avvocato Miccichè per la definizione dell'accordo. Giannarelli dice che non intende ritirare le sue dimissioni e che anzi non intende più candidarsi a moli dirigenziali in Archivio. E comunque d'accordo nel cercare una linea comune per lo sviluppo dell'Archivio. Esprime preoccupazione per l'accordo con l'istituto Luce e ritiene che il ruolo dell'Archivio debba essere, grazie anche ai suoi storici rapporti con il Ministero per i beni Culturali, quello di cerniera tra gli archivi grandi e quelli piccoli; già in passato del resto l'Archivio ha saputo svolgere questo ruolo, ad esempio con l'iniziativa della guida agli Archivi del 1995. Casula dice di ritenere, da storico, il documento audiovisivo fondamentale per lo studio della storia contemporanea, come dimostrano alcune iniziative da lui stesso svolte a livello universitario in collaborazione con l'Archivio. Ritiene che l'Archivio debba continuare a impegnarsi in questo senso e che, poiché il Novecento è il secolo del lavoro, sia utile sviluppare iniziative su queste tematiche. Dice anche che bisogna sviluppare un rapporto con il Ministero dell'Istruzione e chiede che si arrivi in tempi rapidi a una composizione dei conflitti all'interno del cda e a nuove elezioni. Calopresti informa che il Museo Montemartini, che ospita l'assemblea, deve chiudere; dice quindi di ritenere che non ci sia tempo per prendere delle decisioni impegnative o fare una votazione regolamentare. Accetta perciò la proposta, su cui concordano molti garanti, di mantenere l'attuale composizione del cda fino alla prossima assemblea. L'assemblea si conclude alle ore 18.30.