"educazione permanente" diventa, drammaticamente, uno strumento di contenimento sociale. Al mito della box, tutto maschile, s'intreccia, come un'eco di sottofondo, quello dello zecchino d'oro, del canto, della danza tipico, invece, del femminile. Il successo, per gli uni e per le altre, è possibilità di smarcasi da un "destino" di povertà, di fame, di fuga dalle "coree" che le città industriali impongono. Nel mondo pugilistico vige uno slogan: "Per diventare dei grandi campioni bisogna avere soprattutto fame" ed è questa la ragione principale per cui i dilettanti, figli di emigrati, tentano di salire la scala della box Chiudi