difficoltà di una simile operazione e con una piccola troupe si avventura nelle steppe infinite, percorre la grande muraglia, attraversa le distese fluviali fino a raggiungere le grandi città, Shangai, Pechino.
Nel realizzare La muraglia cinese, Lizzani si trasforma quasi in antropologo. La prima metà dell'opera difatti è dedicata alle tradizioni antiche di contadini, pescatori, religiosi, gente dei villaggi in perenne contatto con una natura sovrastante. Si assiste così alla pesca con il cormorano, alla caccia della tigre con la rete, alle cerimonie dei bonzi, e alle pratiche quotidiane della gente comune che originano dai secoli passati.
Poi Lizzani contrappone la tradizione alla modernità focalizzando il contrasto sul ruolo della donna: da giovane sposa venduta a un marito ragazzino a operaia nella grande opera del ponte di Wuhan, o giovane studentessa che nel futuro costituirà probabilmente elemento di chiusura di un ciclo plurisecolare di sfruttamento femminile.
Il film si conclude con la grandiosa parata di migliaia di acrobati, fantasisti, scuole che sembra voler ricondure il tutto ad una unitarietà, motore e vera forza di un popolo, pur nell'estrema diversità delle varie etnie di un paese così grande Chiudi