movimento operaio rivoluzionario di Russia, dal titolo generale "Verso la dittatura", che comprendeva otto progetti di film sui seguenti temi: 1) importazione dall'estero di letteratura di contrabbando; 2) stampa clandestina; 3) lavoro nelle masse; 4) Primo maggio, dimostrazioni; 5) sciopero; 6) perquisizioni e arresti; 7) prigione e deportazione; 8) evasioni.
Sciopero rimase l'unico film di questo progetto complessivo, realizzato ispirandosi all'abolizione degli "eroi" individualistici nelle opere d'arte e della "trama-narrazione". Il film descrive l'intero processo di uno sciopero nella Russia zarista; i motivi che lo provocano, il suicidio di un operaio ingiustamente accusato di aver rubato un utensile; l'adesione di tutti i lavoratori della fabbrica; il lavoro clandestino di mobilitazione e di direzione da parte del comitato di sciopero; le provocazioni messe in atto dalla polizia per tentare di dividere i lavoratori; le uccisioni degli scioperanti da parte delle truppe; la devastazione del villaggio dove vivono gli operai.
Sciopero, girato come un'attualità ricostruita, fu definito la "prima creazione rivoluzionaria del cinema sovietico" e in effetti, nonostante squilibri e carenze, è un'opera straordinaria per il valore profondamente innovativo e per la capacità che ha di esprimere le eccezionali possibilità proprie del mezzo cinematografico. Ejzenstejn vi profuse una grande ricchezza di invenzioni formali, geniali intuizioni espressive, una volontà di sperimentazione senza condizionamenti, un linguaggio sconosciuto al cinema precedente Chiudi