la rivoluzione francese e quella sovietica. Passa poi al secondo dopoguerra e degli anni Quaranta e Cinquanta ricorda: Elio Vittorini e il «Politecnico», la campagna elettorale del ‘48 e l'atteggiamento dei partiti, il suo ruolo di direttore de «l'Unità», l'attentato a Palmiro Togliatti e una riflessione sulla sua leadership. Si sofferma sul ‘56 sia per il rinnovamento nella direzione del Partito comunista italiano (PCI) dopo VIII Congresso sia per gli atteggiamenti verso la linea Krusciov e per i rapporti con l'Unione Sovietica. Esprime un giudizio sulla Democrazia Cristiana tra gli anni Cinquanta e Sessanta, l'avvicendamento di Aldo Moro, le basi per la stagione del centrosinistra. Rievoca anche i fatti degli anni Sessanta: il ‘64, la morte di Togliatti e il memoriale di Yalta; la successione di Longo alla guida del PCI; il XI Congresso del ‘66 e l'emergere di una destra e una sinistra del partito; i fermenti "eretici" del Partito socialista; le difficoltà a misurarsi con il ‘68, il movimento studentesco, la cultura emergente e la deriva terroristica; infine la fondazione de «il manifesto» nel ‘69 e il suo voto a favore della radiazione dei compagni dissidenti. Ingrao analizza inoltre la sua sconfitta al XI Congresso del ‘66 e la scelta di Enrico Berlinguer alla direzione del PCI. Esprime un giudizio sulla sua segreteria e sulla strategia del compromesso storico. Degli anni Settanta ricorda le elezioni del ‘75-'76, l'incarico come presidente della Camera tra il ‘76 e il ‘79 e le riforme istituzionali non compiute come occasioni perse dei partiti incapaci di cogliere l'avvenuto cambiamento politico e sociale. Ingrao a più riprese affronta la questione della modernizzazione capitalista/fordista o neocapitalista e la questione meridionale con il problema delle campagne, dei contadini e di una nuova stratificazione sociale. Rievoca gli anni Ottanta con la controffensiva anti-operaia e la scala mobile; la morte di Berlinguer e la crisi del PCI e dell'eurocomunismo; il XVII Congresso di Firenze nell‘86; infine lo strappo con l'Unione Sovietica. Si sofferma sul crollo del sistema comunista nell'89 e sulle conseguenze. Accenna all'incarico presso il Centro per la Riforma dello Stato. L'intervista termina con l'analisi di nuovi scenari e orizzonti internazionali, sia verso l'Est sia verso il Sud del mondo Chiudi