cortei sono pronti per uscire dalla fabbrica, per andare a Reggio, in città, a gridare a tutti che è tempo di pace. Ma un plotone di bersaglieri sbarra loro l'uscita e spara contro giovani apprendisti, donne, operai ed impiegati inermi, provocando una strage. E' il 28 luglio del 1943, e davanti ai cancelli delle Officine Meccaniche Reggiane muoiono nove persone e restano feriti circa cinquanta lavoratori.
Articolato in quattro capitoli (la strage, le sue origini, i giorni di luglio e la memoria inquieta), il documentario riprende il viaggio, avviato con I giorni dell'R60, nella memoria di una comunità operaia, quella dei lavoratori delle Officine Reggiane, che narrano l'evento, esprimono le loro opinioni, ragionano sulla difficoltà di collocare storicamente e psicologicamente la strage.
Accompagnata dalle sonorità degli Yo Yo Mundi, nate proprio per commentare una strage operaia, la narrazione si sviluppa affrontando il tema dei "45 giorni" del governo Badoglio, stagione poco indagata e a volte fraintesa, che si apre con una feroce repressione (83 morti nei cinque giorni successivi al 25 luglio), e i faticosi percorsi di una memoria difficile e contraddittoria, che passa dalla voglia di ricordare dei protagonisti, a periodi di oblio e rimozione dovuti alla difficoltà di collocare l'episodio, che resta un indizio emblematico della continuità delle istituzioni italiane in quella delicata fase di passaggio dal fascismo all'antifascismo Chiudi