Intervista di Sandra Burchi ad Antonio Pizzinato, autore delle riprese Guido Albonetti, regia di Silvia Burchi. Il girato è stato realizzato per il "Progetto memoria" di SPI-CGIL in collaborazione con la Fondazione AAMOD. Pizzinato è ripreso frontalmente, seduto a una scrivania. Ripercorre e approfondisce le cinque fasi che hanno caratterizzato
la sua vita. La prima coincide con l'infanzia a Caneva, in Friuli, e gli anni della Seconda guerra mondiale e della Resistenza nelle sue zone, di cui racconta brevi aneddoti. Con il trasferimento a Milano si apre la seconda fase. Rievoca le sue impressioni sulla città e la sua esperienza come operaio alla Borletti, i suoi maestri e le prime esperienze nel sindacato dal '47. Valorizza l'apporto fondamentale dello stare a stretto contatto con i lavoratori, soprattutto donne, per la sua formazione. Ripercorre le prime battaglie per esempio il no al licenziamento per gravidanza o matrimonio, per la parità salariale uomo-donna e parità mansione-qualifica-rendimento. Tratteggia lo sciopero tipico di quegli anni alla Borletti. Oltre alla fabbrica, nella terza fase della sua vita Pizzinato si impegna sul piano politico nella Federazione Giovani comunisti e nel comitato provinciale di Milano del Partito comunista italiano. Ricorda il periodo di studio quadriennale a Mosca e i viaggi fatti a cui segue il rientro in Italia e l'esperienza a Napoli e lo sciopero Cirio. Ritorna poi a Milano e la lotta per il rinnovo del contratto del '62. Approda come funzionario alla FIOM di Sesto San Giovanni e poi alla segreteria della CGIL nel 64. Ricorda lo sciopero della Falck e il viaggio a Roma con una delegazione di lavoratori. Si sofferma sulla lotta sindacale del '66 che apre una stagione di contrattazione aziendale sia per gli operai che per gli impiegati di Falck, Breda, Marelli. Pizzinato commenta ampiamente il 68, il movimento studentesco, la FIOM e l'eversione nera ricordando la strage di Piazza Fontana e lo sciopero generale congiunto Federazione Impiegati Operai Metallurgici (FIOM), CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) e Unione Italiana del Lavoro (UIL) in occasione dei funerali delle vittime. Passa poi all'autunno caldo, agli scioperi e all'organizzazione dei consigli di delegati. Accenna allo Statuto dei lavoratori del '70 come architrave del sistema dei diritti in fabbrica. Sollecitato dalle domande suggerisce una riflessione tra movimento e organizzazione. La quarta fase della sua vita coincide con la nomina a segretario dei metalmeccanici di Milano e successivamente presso la Federazione italiana metalmeccanici unitaria e poi, dopo pochi anni, segretario generale alla Camera del Lavoro di Milano e infine segretario aggiunto alla CGIL Lombardia. L'esperienza sindacale milanese termina poco dopo la sconfitta alla Fiat dell'80 che Pizzinato identifica come uno spartiacque. Dopo la rottura dell'84 inizia la quinta fase della vita Pizzinato come pendolare tra Sesto e Roma. Viene eletto alla segreteria della CGIL nel giugno dell'84 e dal '86 all'89 ricopre il ruolo di segretario generale, provando a rifondare il sindacato. Negli anni Novanta inizia la sua avventura in politica come deputato, consigliere comunale di Sesto San Giovanni e senatore. L'intervista termina con una riflessione sul Sindacato Pensionati Italiani (SPI) come variante moderna del sindacato, che garantisce la qualità della vita dell'anziano, e come patrimonio di conoscenze e di esperienze che può servire anche alle nuove generazioni