L'intervista si articola in cinque parti e si svolge a casa di Carla Capponi, nel suo salotto. Le domande, concordate, riguardano in particolare il periodo dopo la seconda guerra mondiale. L'intervistatore insiste per avere subito anche un commento sulla situazione attuale, alla metà degli anni novanta, con la fine della prima
repubblica in Italia.
Carla Capponi inizia il suo racconto dalla liberazione di Roma il 4 giugno 1944 in avanti, sottolineando come l'eredità della guerra di liberazione, l'impegno dei partigiani nella Resistenza, non abbia portato alla costituzione di una democrazia veramente progressista. Ricostruisce il quadro della situazione italiana, in ambito anche internazionale, nel dopoguerra delineandolo in termini di restaurazione, più che di ricostruzione democratica, per l'avvento di una società nuova.
Nel secondo brano Carla Capponi elogia con commozione il referendum istituzionale e la nascita della Costituente, quindi la promulgazione della Costituzione. Riprende quindi il racconto della storia politica italiana, i conflitti tra i partiti, le elezioni... Insiste sull'apporto di Togliatti, che cambia la denominazione del partito, da Partito Comunista d'Italia a Partito Comunista Italiano, con una forte valenza nazionale. Deplora il fatto che sia stata permessa la ricostituzione del partito fascista e dei movimenti ad esso legati, alla fine della guerra. Nomina diversi personaggi politici, compromessi con il regime fascista, macchiatisi di delitti efferati, che sono integrati con cariche importanti durante la ricostruzione. Continua il racconto delle vicende italiane, nel contesto internazionale, rispondendo alle domande sul periodo della guerra fredda, sul trattamento ricevuto dai partigiani, sull'amnistia voluta da Togliatti, sul processo di "pacificazione" voluto anche dalle forze di sinistra ... La narrazione prosegue con l'analisi della sconfitta della DC nelle elezioni del 1953 (legge truffa), con la conseguente vittoria delle sinistre. La testimonianza riguarda anche i fatti d'Ungheria e il 1956. Toccante la sua constatazione del logoramento dei valori della Resistenza, della rimozione della Resistenza e del suo apporto imprescindibile all'Italia costituzionale e democratica, fino alla metà degli anni sessanta. Rievoca, accorata, il fatto che non si potesse fino ad allora parlare della Resistenza nelle scuole, tanto meno ascoltare i testimoni, né proiettare i film di Lizzani e di altri. Constata come ancora più escluse, dalla memoria, siano state le donne della Resistenza.
Nella terza parte Carla Capponi interviene, sollecitata dalle domande, sulla società dei consumi, sul capitalismo, sulla ricerca continua del profitto a scapito di qualunque equilibrio, naturale, umano. Taccia di razzismo le azioni predatorie dei paesi capitalisti verso territori e genti diversi. Si scaglia contro i mass media, contro la mancanza di solidarietà e di mancanza di comunicazione con i giovani, contro il governo Berlusconi, contro il nuovo fascismo che avanza. Sottolinea l'importanza dei valori altri: rispetto della persona, dell'ambiente, dignità delle persone, solidarietà, umanità... Carla discorre a lungo sui giovani della società attuale, sulla mancanza di memoria, sui loro vuoti, sulle loro inclinazioni spesso alla violenza.
Nella quarta parte Carla affronta il tema dell'analfabetismo culturale, della povertà culturale nel mondo occidentale, capitalista. Sollecitata, riflette anche sulle migrazioni possibili dai paesi poveri, sul concetto attuale di libertà, su tangentopoli, sul ruolo della magistratura, sulla società contadina, sull'omologazione, sulla disoccupazione, sul lavoro, rievocando alcuni discorsi di Enrico Berlinguer. Si sofferma sul ruolo fondamentale del Partito comunista nelle riforme sociali, nella difesa dei diritti dei lavoratori, dell'avanzamento della democrazia, plaudendo alla via italiana al socialismo. Ultime considerazioni riguardano il senso del tempo, della velocità, del rapporto tra tempo e denaro nella società attuale. E' necessario fermarsi... ascoltare, guardarsi intorno, godere degli ambienti naturali, sebbene i loro spazi siano sempre minori.
Nell'ultima parte Carla Capponi ragiona sulla felicità, sul senso di isolamento nella società attuale, sul ruolo dei mass media ... Conclude con una analisi dell'importanza del ruolo della scuola, della storia, dello studio anche del presente, della contemporaneità. L'ultima domanda di Grimaldi è sull'amore... Carla Capponi risponde che l'amore si identifica con la vita e che il fascismo non ha fatto altro che diffondere il senso della morte. Parla infine dei vari tipi di amore e del ruolo delle donne, che uniche potranno salvare il mondo