Data

2005

Dettagli

Durata: 00:53:34 | Colore: colore | Sonoro: sonoro

Livello

documento

Oggetto

Tipologia: non fiction | Stato: non finito

Abstract

Marzia Lami per l'associazione "Un ponte per..." riprende ed intervista numerosi extra-comunitari partecipanti alla manifestazione ed a loro viene chiesta un'opinione sulla vicenda Sgrena. Inoltre agli stessi viene richiesto di tradurre nella loro lingua madre lo slogan "Liberiamo la pace"
edizione

Lingua

italiana

Nazionalità

italiana

Edizione

2005
Supporto

Video

MINIDV

DVD

Crediti

Produttore

Il Manifesto

Luogo di produzione

Italia

Anno di produzione

2005

Altre Responsabilità

Morbidelli, Mauro - coordiantore iniziativa
Descrizione delle immagini

Sequenze

01 : Da: 00.00.01.03 A: 00.03.35.16
Roma, piazza della Repubblica: I genitori della Sgrena e Pier Scolari capeggiano la testa del corteo. Un fotografo passa tra la gente portando sulla schiena un manifesto contro la guerra. Un lenzuolo con una foto della Sgrena tra il popolo iracheno. Uno striscione con scritte sia in arabo che in italaino. Una donna irachena solleva una bandiera del UCOII, l'unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia. Lungo PP sui volti di due giovani islamiche, sui loro sguardi

02 : Da: 00.03.35.16 A: 00.07.13.23
Intervista ad un cinquantenne architetto di Bagdad, che ricorda il grande lavoro umanitario fatto dalla Sgrena, sottolineando che per trovare un dialogo tra due mondi non serve la guerra. Una ventiquattrenne siriana studentessa in ingegneria elettronica consiglia, per liberare la giornalista, di organizzare più eventi di quel tipo, per far sentire la voce del popolo

03 : Da: 00.07.13.23 A: 00.11.00.08
Una diciannovenne da Massa Carrara lapidaria pretende il ritiro dell'esercito italiano dall'Iraq. Inq tra i volti delle donne islamiche UCOII. Un giullare dall'alto dei suoi trampoli suona una tamburo mentre una bandiera della pace sventola

04 : Da: 00.11.00.08 A: 00.19.18.15
Un signore di colore solleva un cartellone con il volto della giornalista rapita. Inq sul gruppo dei kurdi con le loro bandiere ed il loro tamburo. Un kurdo, in un italiano stentato, dichiara di meritare un paese libero, senza occupanti e quindi una vita libera, poi fa un appello nella sua lingua di origine. Un uomo, legato all'Arci, si augura la liberazione immediata della Sgrena e spende parole di conforto verso i giornalisti del Manifesto. Un manifesto "Liberate la pace" avanza per via Cavour; carrellata sui visi di chi lo sostiene

05 : Da: 00.19.18.15 A: 00.23.26.13
Una anziana solleva un foglio con scritta "Giuliana sei tutti noi". Opinione di un iracheno che vive in Italia da ventisei anni, il quale manifesta la propria solidarietà verso Giuliana, verso la redazione del Manifesto e si scaglia contro gli assassini, contro chi ha la pretesa di comandare. Un altro iracheno aggiunge di sentirsi ostaggio degli occupanti americani ma anche dei mercenari e fondamentalisti islamici

Documentazione

Rimandi

Un Ponte per... è una associazione di volontariato nata nel 1991 subito dopo la fine dei bombardamenti sull'Iraq, con lo scopo di promuovere iniziative di solidarietà in favore della popolazione irachena, colpita dalla guerra e in opposizione all'embargo a cui il paese è stato per lungo tempo sottoposto. Lo scopo sociale della associazione è il contrasto della dominazione dei paesi del nord sul sud del mondo e la prevenzione di nuovi conflitti, in particolare in Medio Oriente, attraverso campagne di sensibilizzazione, incremento degli scambi culturali, delle relazioni di amicizia e della cooperazione allo sviluppo. Un Ponte per... considera indivisibili gli interventi di solidarietà concreta verso le popolazioni colpite, l'impegno "politico" per incidere sulle cause delle guerre e la costruzione di legami tra la società italiana e le società dei paesi in cui opera. Un Ponte per... si considera parte di quel vasto movimento globale per "un altro mondo possibile" che si raccoglie intorno al World Social Forum. In Iraq l'associazione, con il nome di Un ponte per Baghdad, ha realizzato diversi progetti di aiuto nel campo sanitario, della depurazione delle acque e nel campo educativo in collaborazione con la Mezza Luna Rossa Irachena (IRCS), con alcune agenzie dell'ONU e dell'Unione Europea. Il lavoro è stato svolto durante l'intero periodo dell'embargo, con l'organizzazione di numerose delegazioni di osservatori e pacifisti italiani ed internazionali, e durante il periodo dei bombardamenti del 2003, con la realizzazione degli interventi di emergenza nelle aree più duramente colpite dalla guerra. Dopo la guerra accanto agli interventi umanitari Un ponte per ha assunto l'obiettivo di sostenere lo sviluppo della società civile irachena. Nel 1999, con il drammatico evolversi della situazione nei Balcani, l'Associazione ha lanciato un altro "ponte" promuovendo - tramite la campagna Un ponte per... Belgrado - progetti per l'invio di medicinali e presidi sanitari agli ospedali della Federazione Jugoslava e per l'aiuto ai profughi dal Kosovo. Con l'evolversi degli eventi internazionali i Balcani sono progressivamente usciti dalla attenzione pubblica divenendo laboratorio di sperimentazione di nuove forme di dominio e facendo precipitare le condizioni di vita dei numerosi profughi in uno stato di precarietà inaccettabile. Per tale motivo l'associazione negli ultimi anni ha intensificato le relazioni con i campi profughi in Serbia, organizzando campi di lavoro, delegazioni di volontari e programmi di sostegno a distanza ed ospitalità per l'infanzia. Un Ponte per ha avviato la campagna Un Ponte per Chatila come azione di solidarietà verso i profughi presenti in Libano. Lo scopo è di favorire la conoscenza della situazione politica e delle condizioni di vita nei 12 campi profughi sparsi sul territorio. Il costante fallimento dell'azione politica internazionale riguardo la questione israelo-palestinese determina il perdurare dell'instabilità dell'area mediorientale deteriorando le già difficili condizioni di vita delle migliaia di profughi privati del diritto al ritorno alle loro terre. Sono in corso interventi di solidarietà e sostegno alle istituzioni palestinesi attraverso collaborazioni ai loro programmi nel campo sociale e numerose iniziative culturali in Italia finalizzate a sostenere gli interventi di cooperazione. Come in Medio Oriente, anche in Turchia la guerra ha avuto conseguenze negative facendo indietreggiare il processo di pacificazione e di soluzione della questione curda, già lento e difficile. La repressione nei confronti delle minoranze e delle forze democratiche turche si è fortemente accentuata a fronte di un formale impegno del governo in direzione delle riforme. Un ponte per Dyarbakir nasce con lo scopo di promuovere e sostenere il riconoscimento dei diritti delle minoranze in Turchia, creando le premesse per una riconciliazione tra le varie componenti della società civile. Sono stati realizzati progetti di educazione sulla storia e la cultura kurda ed iniziative di sensibilizzazione in Italia. Attualmente le attività prevedono progetti di aiuto e cooperazione, e l'organizzazione di delegazioni e campi di lavoro in collaborazione con associazioni locali. L'associazione conta 900 soci, 16000 sostenitori e 10 comitati locali. Le attività si basano principalmente sul lavoro volontario dei soci ed è finanziata con campagne pubbliche di raccolta fondi e contributi di Enti Locali

Bibliografia in rete

Titolo: Manifestazione per la liberazione di Giuliana Sgrena
Data di consultazione: 23/06/2006