Il fondo è costituito da documenti filmici depositati in archivio nel 1986 dal regista Libero Bizzarri, girati e prodotti per diverse società, ma soprattutto per la Egle cinematografica e, in seguito, per la Rai. Il fondo comprende anche titoli di altri autori e produzioni, raccolti da Bizzarri. Il deposito dei
materiali filmici ha preceduto quello dell'intero archivio cartaceo privato del regista, effettuato dalla vedova, Elvira Castellucci Bizzarri, alla fine degli anni novanta. I contenuti dei film spaziano da inchieste e reportage socio-economici, antropologici e di costume, in particolare nell'Italia degli anni sessanta e settanta, a monografie dedicate ad artisti, statisti, politici, personaggi storici e del mondo dello spettacolo, italiani e stranieri. L'Aamod nei primi anni novanta aveva realizzato una ricerca e una filmografia sulla produzione cinematografica di Libero Bizzarri, a cura di Paolo Prosperini, in collaborazione con altri istituti, quali la Fondazione Libero Bizzarri e la Cineteca Nazionale, e con i produttori Giorgio Patara ed Elio e Fulvio Gagliardo della Corona Cinematografica. Dai documenti cartacei dell'archivio privato del regista, in corso di ordinamento da parte dello studioso Andrea Torre, risulta che i diritti della maggior parte dei film di Libero Bizzarri siano stati da questi ceduti, tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta, alla Corona Cinematografica, il cui patrimonio è stato recentemente versato alla Cineteca di Bologna. Nota biografica Libero Bizzarri (Montalto Marche 1926 - Roma 1986), giornalista, docente, saggista e regista. Aveva dapprima svolto attività politica e giornalistica. Nel 1949 si trasferiva a Roma dove lavorò alla redazione de l'Avanti!, di Mondo operaio e di Lavoro. Iniziò a interessarsi di cinema, partecipando all'attività del Circolo Italiano del Cinema, che raccolse allora le personalità più rappresentative della cultura e del mondo dello spettacolo. Collaborò a diverse riviste specializzate, appassionandosi soprattutto ai problemi economici e strutturali del settore. Insieme a Libero Solaroli è autore del volume "L'industria cinematografica italiana". Ha svolto intensa attività di documentarista, ottenendo premi e riconoscimenti ai Festival di Venezia, di Berlino, di Mosca, di Carlovi Vary. Con "Boccioni e i futuristi" fu candidato all'Oscar per il cortometraggio. Con un gruppo di altri registi prese parte alla realizzazione del film "I misteri di Roma" di Cesare Zavattini. Nel 1976 entrava alla Rai. Fra i suoi lavori più significativi: "Le repubbliche partigiane", "La vera storia del generale Custer", "Enrico Mattei", "Togliatti", "Badoglio", regie di varie rubriche fra cui la prima serie della trasmissione "Di tasca nostra". Poco prima di morire, stava lavorando ad una serie su "I protagonisti del nostro tempo", incentrata sugli italiani che hanno raggiunto posizioni di rilievo nel mondo. Aveva insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia ed era docente di Teorie e Tecniche del Linguaggio cinematografico e televisivo all'Istituto Superiore di Giornalismo. All'impegno professionale Libero Bizzarri ha sempre unito l'impegno civile: tra i fondatori e gli animatori dell'associazione Cinema democratico, dirigente del RRTA, membro del Dipartimento Spettacolo del PCI. Consistenza: un centinaio di titoli