Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico - Archivio AAMOD
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fondo
Abstract
L'Archivio si costituisce in Associazione nel 1979 su iniziativa di alcuni intellettuali e uomini di cinema, tra cui Cesare Zavattini, che ne è stato per tanti anni presidente. Nel 1983 si trasforma in Fondazione, riconosciuta dallo Stato. Il patrimonio archivistico della Fondazione viene considerato bene culturale e ha ottenuto anche
il riconoscimento e la tutela della Soprintendenza Archivistica per il Lazio. La Fondazione ha per oggetto l'attività politico-culturale e formativa nel campo degli audiovisivi, per favorire la costruzione e la valorizzazione di una memoria collettiva delle battaglie civili italiane, della storia dei partiti della sinistra e del sindacato, del movimento operaio, dei movimenti sociali in genere e dei loro protagonisti. In particolare, essa si propone: la ricerca, la raccolta, la conservazione e la catalogazione dei materiali audiovisivi (cinematografici, videomagnetici, fotografici o su qualsiasi tipo di supporto, sonori, grafici, eccetera) e la conservazione, il trattamento e la valorizzazione di tali materiali. Il patrimonio dell'archivio è costituito dai seguenti quattro archivi principali: ARCHIVIO FILMICO - Costituito soprattutto da film documentari, film di non fiction, girati, non finiti, prevalentemente di argomento storico, politico, sociale. I film riguardano il secolo XX, in particolare gli anni dal 1945 ad oggi. Si riferiscono a tutti i paesi del mondo, anche se l'Italia ha una parte predominante. Le immagini documentano la storia del lavoro, del movimento operaio e sindacale, dei partiti della sinistra italiana, delle loro battaglie politiche e civili, ed inoltre delle mobilitazioni sociali e dei movimenti collettivi, dei movimenti di liberazione in altri paesi, soprattutto dalla fine degli anni quaranta a oggi. Sono conservate anche fonti della prima metà del Novecento, tra cui un fondo relativo ai classici sovietici di fiction. Il patrimonio è costituito da produzioni diverse, italiane ed estere (Europa dell'Est, America Latina, Asia, Africa), da depositi di autori e privati (tra cui: Libero Bizzarri, Giuseppe Ferrara, Giampiero Tartagni, Fernando Birri, Luciana Castellina, Ansano Giannarelli), da associazioni culturali e politiche (tra cui: Pci, Pdiup, Acli), sindacali (tra cui: Cgil, Fiom). Di grande importanza la raccola speciale sulla guerra e la storia del Vietnam, forse la più consistente d'Europa. ARCHIVIO FOTOGRAFICO - 250.000 immagini circa, di argomento politico, storico-sociale, di storia del costume e della cultura, in particolare italiana, che coprono un arco temporale dall'inizio del Novecento ad oggi, con maggiore consistenza per il periodo dal secondo dopoguerra agli anni ottanta del XX secolo. L'intero patrimonio fotografico della Fondazione dal 2003 è stato gestito in outsourcing fino al 2015 dalla società Fotoarchivi & Multimedia, specializzata nella cura, gestione e valorizzazione di archivi fotografici. Il principale fondo fotografico è il Fondo originale Asamo-Aamod (fine Ottocento - 2016), ma di grande rilievo sono le sezione foto dei fondi Branca e Reiac Film. ARCHIVIO SONORO/NASTROTECA - 2.000 ore di sonori in presa diretta, in corso di recupero e catalogazione. Anni cinquanta-ottanta. Tale fondo rispecchia in termini di contenuti e di estremi cronologici quelli dei Fondi audiovisivi dell'Unitelefilm e del Pci. Si evidenziano in particolare i discorsi di Palmiro Togliatti, tenuti in varie occasioni, soprattutto negli anni cinquanta e nei primi anni sessanta, di Giuseppe Di Vittorio e di altri leader politici della sinistra italiana. Numerose inoltre le testimonianze e le interviste ad operai e militanti dei partiti politici della sinistra, raccolte in occasione di manifestazioni, scioperi, feste de l'Unità, del Primo Maggio. Altrettanto numerose le registrazioni di assemblee, di congressi, di riunioni sindacali e del Pci. ARCHIVI CARTACEI - Archivio Asamo-Aamod (1960 - oggi); Archivio Reiac (1963-anni novanta del XX secolo); Archivio Unitelefilm (1963-1979); Archivio Libero Bizzarri (1946-1986).