La prima serie conserva tutti gli interventi e gli studi che Bizzarri ha pubblicato, riunisce, cioè, articoli su quotidiani e riviste, studi per saggi e pubblicazioni. Tale scelta è giustificata dal vasto ambito editoriale in cui Bizzarri pubblica i suoi scritti sull'economia cinematografica, che comprende giornali, riviste, libri. La produzione
giornalistica è esercitata, dopo una primissima fase, su testate della sinistra quali "Avanti!", "Mondo operaio" e "Lavoro": queste testate ospitano, quindi, i primi studi di Bizzarri sull'economia cinematografica assieme ad articoli su argomenti vari. L'eterogeneità degli ambiti in cui Bizzarri ha esercitato l'attività giornalistica, unita alla necessità di mantenere integro il corpus degli studi sulla cinematografia pubblicati, ha portato alla scelta di riunire in un'unica serie tutta la documentazione inerente l'intera attività giornalistica e saggistica. La serie comprende principalmente documenti cartacei, in particolare ritagli stampa, bozze e appunti.
L'interesse di Libero Bizzarri per il giornalismo si manifesta a partire dall'adolescenza: a 18 anni è redattore del settimanale "Giovani" . Nel 1946, studente universitario, è animatore del foglio studentesco "Macchia d'inchiostro". In seguito segue la cronaca di S. Benedetto del Tronto per le pagine locali di varie testate tra
cui "Il Pescatore sambenedettese", "Il Messaggero", "Il progresso d'Italia", "Il Momento". Dal 1947, in concomitanza con la scelta della militanza politica nel PSI, l'attività giornalistica di Bizzarri si lega alla pubblicistica di partito: è capo redattore del settimanale socialista "Eco delle Marche", responsabile del foglio locale "Fronte popolare" durante la campagna elettorale del 1948 e corrispondente dalle Marche per "Avanti!" e "la Repubblica d'Italia". In seguito al trasferimento a Roma alla Direzione del partito, è collaboratore di "Mondo operaio" e direttore di "Gioventù socialista". A partire dai primi anni Cinquanta affiora in Bizzarri l'interesse per la produzione cinematografica e lo studio dell'industria del cinema: nel 1951 lavora alla redazione di "Mondo operaio" ed è membro della redazione di "Avanti!", per il quale pubblica articoli e inchieste sull'economia cinematografica. Per il settimanale della CGIL "Lavoro" è redattore a partire dal 1956, poi collaboratore in qualità di critico cinematografico fino al 1962. Nel 1957 la casa editrice Parenti pubblica il volume "L'industria cinematografica italiana", scritto a quattro mani da Bizzarri e Libero Solaroli. Altri articoli di Bizzarri sull'economia cinematografica sono pubblicati in anni successivi su riviste specialistiche quali "A.I.C. Bollettino tecnico", "Filmtecnica", "Filmselezione", "Questocinema" e su riviste di approfondimento culturale quali "Il Ponte", "Il Contemporaneo" e "Il Margutta". Altri contributi sono apparsi negli anni Ottanta sul periodico "Turismo verde". Bizzarri realizza inoltre studi sull'economia cinematografica non destinati alla pubblicazione in forma di articoli ma realizzati su commissione di enti (ad esempio il Centro sperimentale di cinematografia) oppure in forma di relazioni composte in occasione di eventi diversi. La serie conserva ritagli stampa contenenti articoli e studi di economia cinematografica realizzati da Bizzarri nel corso delle sue attività: la scelta di riunire in un'unica serie articoli e studi è data dalle interrelazioni temporali e contenutistiche esistenti tra le due produzioni. Si è scelto in fase di ordinamento di preservare nella stessa serie il corpus documentario inerente l'economia cinematografica: tale scelta è giustificata dal preponderante numero di articoli e inchieste inerenti il cinema conservati. Altri interventi inerenti l'economia cinematografia esterni a questa serie sono inseriti nella serie "Partecipazione a festival, dibattiti e convegni". In riferimento all'attività giornalistica di Bizzarri presso testate legate al PSI va sottolineata nel fascicolo "Mondo operaio" (fasc. n. 4) la presenza di 33 manoscritti di Pietro Nenni contenenti le minute degli editoriali scritti per la testata. La documentazione è stata raccolta e conservata da Libero Bizzarri.