L'archivio privato di Libero Bizzarri, depositato in momenti diversi presso la Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, conserva documenti audiovisivi, cartacei ed iconografici relativi alle attività di Bizzarri quale giornalista, politico, studioso dell'economia cinematografica, produttore e regista di prodotti cinematografici e televisivi, insegnante. L'archivio privato cartaceo comprende soprattutto
documenti inerenti l'attività giornalistica e politica di Bizzarri a partire dal 1946 e la sua attività di studioso dell'industria cinematografica. Sono presenti documenti cartacei, fotografici e iconografici inerenti i cortometraggi girati e prodotti da Bizzarri per la Egle cinematografica e, in seguito, per la Rai. Sono conservate carte inerenti la legislazione sul cinema dal 1963 sino alla metà degli anni Ottanta e carte riferite alle attività svolte da Bizzarri presso: Circolo del cinema, Associazione cinema democratico; Associazione nazionale autori cinematografici. Numerosi i carteggi (tra gli altri con L. Basso, A. Corona, O. Lizzadri, G. Martello, P. Nenni) e le lettere (tra gli altri di G. Aristarco, L. Chiarini, A. Ciarrocchi, M. De Micheli, R. Guttuso, M. Maccari, U. Nespolo, G. Pirelli, S. Sherman, L. Solaroli, C. Zavattini). Risultano, infine, carte, risalenti agli anni Ottanta, inerenti l'attività didattica di Bizzarri. L'archivio Bizzarri è composto da 341 fascicoli articolati in sei serie così titolate: Attività giornalistica e saggistica; Attività politica e sindacale; Attività audiovisiva; Attività didattica; Partecipazione a festival, dibattiti e convegni; Materiale di ricerca. L'ordine delle serie rispecchia quello in cui Bizzarri avvia ciascuna attività: questo ordine rappresenta un'astrazione perché le attività sono spesso svolte contemporaneamente, tuttavia egli dapprima intraprende l'attività giornalistica, poi avvia la militanza politica, in seguito si avvicina al mondo del cinema, infine ha esperienze didattiche; la sesta serie conserva materiale di ricerca. L'archivio Bizzarri conservato presso l'AAMOD contiene, per quanto riguarda il materiale cartaceo ed iconografico, 9702 carte, 99 fotografie, 6 manifesti, 13 opuscoli, 3 locandine, 1 registro, 3 libri. Per quanto attiene ai supporti audiovisivi sono conservati 112 rulli di pellicole positive (35 e 16 mm) e 13 rulli di pellicole negative (35 e 16 mm), tra le pellicole sono presenti 18 controtipi e 2 lavander; 2 nastrini magnetici. Tra le videocassette sono presenti 49 Betacam SP, 55 VHS, 7 digital betacam, 1 betacam, 3 DV cam, 1 da ¾ di pollice. Sono presenti inoltre 2 dischi digitali. La RAI conserva supporti audiovisivi inerenti programmi cui ha collaborato Libero Bizzarri: detiene 51 pellicole positive (35 e 16 mm), 40 pellicole negative (35 e 16 mm), tra le pellicole sono presenti 3 lavander; 45 nastrini audio. Tra le videocassette sono presenti 4 betacam, 5 D2, 6 IMX, 27 betacam da ½ pollice, 12 da ¾ di pollice; sono presenti inoltre 11 bobine da 2 pollici, 2 bobine da 1 pollice, 2 audiocassette da ¼ di pollice. I dati relativi ai supporti audiovisivi sono riferiti al mese di luglio 2006: possono essere variati in virtù di ulteriori riversamenti.
Biografia di Libero Bizzarri Libero Bizzarri nasce a Montalto Marche, in provincia di Ascoli Piceno, il 4 maggio 1926. Dopo gli studi liceali a S. Benedetto del Tronto, frequenta per qualche tempo il locale seminario; a 18 anni si iscrive, per pochi mesi, alla sezione della DC: a questo periodo risale
la sua prima esperienza giornalistica di cui siamo a conoscenza, presso il settimanale "Giovani" della medesima sezione. Tra 1946 e 1948 è iscritto alla Facoltà di Medicina a Bologna, contemporaneamente è animatore del foglio studentesco "Macchia d'inchiostro" e corrispondente da S. Benedetto di varie testate giornalistiche. Nel 1946 si iscrive alla locale sezione "G. Matteotti" del PSI, presso la quale è responsabile stampa e propaganda della sezione giovanile. Tra 1947 e 1948 è funzionario del PSI nelle Marche: è trasferito prima ad Ancona presso l'Ufficio regionale, poi a Pesaro e ad Ascoli Piceno, dove guida la locale Federazione. In concomitanza con la militanza politica nel PSI l'attività giornalistica di Bizzarri si lega alla pubblicistica di partito: è capo redattore del settimanale socialista "Eco delle Marche" nel 1947, responsabile del foglio pesarese "Fronte popolare" durante la campagna elettorale del 1948, corrispondente dalle Marche per "Avanti!". Il 15 luglio 1948 Bizzarri prende parte alle mobilitazioni successive all'attentato a Togliatti: a S. Benedetto del Tronto partecipa all'occupazione della centrale telefonica e al blocco della statale Adriatica. Arrestato in agosto, viene scarcerato nel febbraio 1949: il processo si conclude con una condanna a un anno di reclusione con la sospensione della pena. Nel giugno 1949 si trasferisce a Roma per lavorare alla Direzione del PSI: nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Economia e commercio della capitale. Nel 1950 è membro della Segreteria della Commissione nazionale giovanile, mentre prosegue la collaborazione ad "Avanti!" (per il quale dirige il supplemento "Gioventù socialista") e, dal 1951, lavora alla redazione del settimanale socialista "Mondo operaio". Nei primi anni Cinquanta affiora in Bizzarri l'interesse per l'economia cinematografica: per "Avanti!" avvia la pubblicazione di articoli e inchieste sull'argomento. Nel 1953 Libero si sposa con Elvira Castellucci. La metà degli anni Cinquanta è un punto di svolta: nel 1955 muore Rodolfo Morandi, esponente socialista cui Libero è politicamente ed affettivamente legato, nel 1956 si laurea con una tesi titolata Problemi attuali di difesa e di sviluppo della attività cinematografica in Italia ed avvia la collaborazione con il settimanale della CGIL "Lavoro", divenendone presto critico cinematografico. Allo stesso anno risale anche la sua prima esperienza didattica: una lezione sull'economia cinematografica sostenuta con Libero Solaroli presso l'Associazione artistica internazionale. L'anno successivo la casa editrice Parenti pubblica il saggio di Bizzarri e Solaroli L'industria cinematografica in Italia. Dalla metà degli anni Cinquanta, quindi, il percorso di Bizzarri, che sembrava indirizzato verso una brillante carriera di funzionario di partito, volge allo studio dell'economia cinematografica: questo non vuol dire abbandono dell'attività politica, ma nuovi ambiti nei quali agire politicamente. Bizzarri si iscrive al Circolo italiano del cinema, di cui è eletto membro del Consiglio direttivo nel 1958; nello stesso anno è tra gli organizzatori della I Conferenza economica del cinema italiano e tra gli animatori dei comitati in difesa di Cinecittà e del cortometraggio. È membro dell'Associazione nazionale autori cinematografici (ANAC) sin dalla sua fondazione ed aderisce al Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (SNGCI). Nella seconda metà degli anni Cinquanta, parallelamente all'attività politica e a quella di studioso dell'economia cinematografica, Bizzarri avvia la carriera di direttore di produzione e, in seguito, di produttore di cortometraggi a carattere prevalentemente documentario. Passa quindi dallo studio dell'industria cinematografica alla sua pratica imprenditoriale: la prima esperienza quale direttore di produzione avviene nel 1957 per Mafai di Massimo Mida; nel 1958 cura la realizzazione di Di Vittorio, film commemorativo su Giuseppe Di Vittorio prodotto dalla CGIL. Allo stesso anno risale la prima esperienza di produzione: Bizzarri produce con Gigi Martello Gramsci di Piero Nelli. Nel 1959 compie un ulteriore passo in avanti e dirige il suo primo cortometraggio, Gente e paesi di Purificato: il film, prodotto dallo stesso Bizzarri, partecipa al Festival internazionale di Mosca e al II Gran Premio Bergamo. L'attività di Bizzarri è orientata sempre più verso la regia: in un primo tempo i film sono prodotti da case di produzione quali Documento e Corona o da produttori come Giorgio Patara, Gigi Martello, Bizzarri stesso. Numerosi, tra i soggetti dei suoi documentari, quelli legati al mondo dell'arte: questo interesse porta Bizzarri a dirigere nella sua carriera decine di film su artisti, affermati o emergenti, tra cui Grosz, Boccioni, Guttuso, Attardi, Sherman, Shan, Viviani, Guccione, Ziveri, Guglielminetti, Toulouse-Lautrec, Daumier, Levi, Morandi, Ciarrocchi, Greco, Muccini, Maccari, Mastroianni, Dorazio, Calabria, Vespignani. L'interesse per l'arte travalica la sfera professionale ed investe la sensibilità più profonda di Bizzarri che, negli anni Settanta, apre per alcuni anni la galleria d'arte Ciak a S. Benedetto del Tronto e poi a Roma. Un altro consistente gruppo di cortometraggi ha taglio sociologico ed etnografico: ne è un buon esempio il secondo film di Bizzarri, Il giorno dei morti (1960). Ambientato in un paese del Lazio durante la ricorrenza del 2 novembre, esso mostra i riti di devozione praticati dagli abitanti locali. Ulteriori soggetti di tipo sociologico sono, tra gli altri, la vita dei pellerossa canadesi, la condizione dei coltivatori di tabacco a Metaponto e dei ramai del Piceno, la vita nella città. Non manca, in tutta la produzione audiovisiva di Bizzarri, un riflesso del suo impegno sociale e politico. Questa tematica, esplicita in collaborazioni come Di Vittorio, L'Italia con Togliatti, Sabatoventiquattromarzo, L'addio a Berlinguer, si esprime, ad esempio, attraverso il documentario sulla lotta dei pescatori sardi di Cabras o quello sulle scritte sui muri di cinta delle fabbriche a Sesto S. Giovanni. Nell'ambito della produzione legata all'arte film come Pietà l'è morta, Il volto della guerra, Fascismo come immagine testimoniano l'impegno progressista del regista. La famiglia di Libero ed Elvira, intanto, cresce: nel 1961 nasce Lorenza, cui segue nel 1966 Francesca. Agli inizi degli anni Sessanta risalgono le prime collaborazioni con la RAI: nel 1962 Bizzarri realizza Sardegna. Un itinerario nel tempo e L'Ungheria da Francesco Giuseppe ad oggi (quest'ultimo non andrà in onda sino al 1966, firmato da altri e con significative censure). Nel 1963 partecipa al progetto I misteri di Roma, documentario-inchiesta sulla capitale ideato e coordinato da Cesare Zavattini cui partecipano numerosi registi. In questi anni lo studio dell'economia cinematografica porta Bizzarri a collaborazioni con riviste specialistiche quali "A.I.C. Bollettino tecnico", "Filmtecnica", "Filmselezione", "Questocinema" e con riviste di approfondimento culturale quali "Il Ponte", "Il Contemporaneo", "Il Margutta", "Ulisse", "Gulliver". L'attività di studioso trova riflessi durante tutta la vita di Bizzarri nei numerosi incontri pubblici cui interviene: seminari, dibattiti, tavole rotonde, festival promossi da organizzazioni spesso assai differenti tra loro per attività, area politica, funzioni. Prosegue intanto l'attività politica a difesa del cinema nazionale, contro la concorrenza delle produzioni statunitensi e per una nuova politica del credito cinematografico: nella prima metà degli anni Sessanta collabora, infatti, in veste di rappresentante ANAC e di esponente del PSI, alla stesura della legge cinema 1213 del 1965. La tutela del cinema nazionale è perseguita da Bizzarri tanto all'interno delle istituzioni quanto all'esterno di esse: nel 1967 partecipa all'occupazione della sede romana dell'Ente autonomo di gestione per il cinema, contro le malversazioni praticate dall'Ente; nel 1968 rassegna le dimissioni dalla commissione per il reperimento di documentari alla XXX Mostra internazionale del cinema di Venezia, in solidarietà con gli imputati per la contestazione alla XXIX Mostra. Poco dopo Bizzarri conclude la lunga militanza nel PSI: nell'ottobre 1970 si dimette dalla Commissione cinema a seguito di dissidi con la Direzione circa il "decreto Piccoli" sulla cinematografia, nel giugno 1971 si dimette dal partito. Nella seconda metà degli anni Sessanta Bizzarri avvia una propria casa di produzione, la Egle cinematografica: la società in nome collettivo, costituita nel 1967, produce cortometraggi diretti da numerosi registi - tra questi Massimo Mida, Romano Scavolini, Mario Gallo, Virgilio Tosi, Piero Nelli, Michele Gandin, Mario Carbone oltre che lo stesso Bizzarri; frequentemente a tali produzioni sono conferiti riconoscimenti a festival e premi qualità assegnati dal Ministero del Turismo e dello spettacolo. L'esperienza si conclude nel 1973 con la messa in liquidazione della società. Dalla seconda metà degli anni Sessanta le collaborazioni di Bizzarri con la RAI si intensificano: alla realizzazione di servizi per rubriche quali Scuola aperta o Sapere si aggiungono le regie di programmi in più puntate tra cui le trasmissioni su Giolitti, Bolivar e Bismarck (1968), Le Repubbliche partigiane (1970), Cosa sono le Olimpiadi (1972), Il nazionalismo in Europa (1973), Sport e salute (1976). Nel 1977 è assunto alla RAI a tempo indeterminato in qualità di regista: dapprima lavora alla regia del TG2, in seguito riesce a farsi trasferire ad altro incarico e cura la regia di numerosi programmi, tra cui eventi sportivi in diretta quali le partite del campionato italiano di calcio, la rubrica a difesa del consumatore Di tasca nostra (1978-1981) ed il programma di Arrigo Levi Primo Piano (1983). Da sottolineare la regia di due programmi di Italo Pietra su Enrico Mattei (1982) e Pietro Badoglio (1985). A seguito dell'assunzione in RAI l'attività sindacale di Bizzarri ha luogo anche all'interno dell'associazione di categoria Registi radiotelevisivi associati (RRTA). Un altro ambito politico e sindacale ove opera Bizzarri è, dalla fine degli anni Settanta, l'Associazione cinema democratico (ACD). In questi anni, tanto nell'ANAC quanto nell'ACD aderisce alla mobilitazione degli autori cinematografici contro le interruzioni pubblicitarie praticate dalle televisioni private. Non manca, sempre relativamente all'attività politica, una candidatura nelle liste del PCI alle amministrative a S. Benedetto del Tronto nel 1983. Agli anni Ottanta risalgono la maggior parte delle esperienze didattiche di Bizzarri: nel 1980 insegna Etica e tecnica della regia radiotelevisiva e cinematografica presso l'Istituto superiore di giornalismo e tecniche audiovisive di Camerino e nel 1983 insegna Elementi del linguaggio cinematografico e televisivo presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Altre esperienze di insegnamento, sempre negli anni Ottanta, sono compiute da Bizzarri presso corsi di formazione sul linguaggio cinematografico organizzati in particolare da Regione Lazio e AIACE . Libero Bizzarri muore improvvisamente a Roma il 31 marzo 1986.
Modalità di acquisizione
Un primo gruppo di supporti è depositato da Libero Bizzarri all'Unitelefilm tra 1963 e 1979 : il primo deposito risulta essere stato, nel 1963, quello di L'Ungheria da Francesco Giuseppe ad oggi. Altri depositi sono stati effettuati da Libero Bizzarri all'ASAMO prima e all'AAMOD poi: in particolare nell'ottobre 1985, anno del riconoscimento della Fondazione AAMOD , Libero Bizzarri effettua il deposito di supporti contenenti 55 prodotti audiovisivi, inerenti soprattutto film dello stesso Bizzarri o prodotti dalla Egle cinematografica.
La documentazione audiovisiva presente nel fondo non è stata depositata unicamente da Libero Bizzarri: 4 supporti sono stati depositati da Elvira Castellucci Bizzarri tra 1986 e 1996, una quindicina sono pervenuti all'AAMOD in copia dalla Cineteca nazionale, uno è giunto in copia dal Centro sperimentale di cinematografia : tutti i supporti sono stati inseriti nel fondo Bizzarri dal personale dell'AAMOD in quanto contengono prodotti audiovisivi diretti o prodotti da Libero Bizzarri. Naturalmente al deposito dei supporti audiovisivi non necessariamente si accompagna la cessione dei diritti connessi al film.
Assai meno complesso il percorso attraverso cui l'AAMOD ha acquisito la documentazione cartacea dell'archivio Bizzarri: il materiale cartaceo è stato depositato in archivio da Elvira Castellucci Bizzarri il 25 marzo 2004, in occasione del presente ordinamento. In precedenza la documentazione era stata conservata presso l'abitazione di Elvira Castellucci Bizzarri.
Andre Torre (a cura di) L'archivio privato di Libero Bizzarri: proposte per l'ordinamento e la descrizione di documenti audiovisivi, cartacei, iconografici Annali 10 - Le carte delle immagini. I documenti cartacei e iconografici nel processo produttivo degli audiovisivi. Uso e conservazione Roma Ediesse 2008 pp. 123-155 Andrea Torre Tesi di laurea - L'archivio di Libero Bizzarri: proposte per l'ordinamento e l'inventariazione di documenti cartacei e audiovisivi Milano Università Statale di Milano a.a. 2005-2006
Note
Tale archivio, che comprende tipologie documentarie differenti, è stato ordinato dallo studioso Andrea Torre. Quasi tutte le informazioni e i dati inseriti nella presente banca dati provengono dalla tesi di laurea "L'archivio di Libero Bizzarri: proposte per l'ordinamento e l'inventariazione di documenti cartacei e audiovisivi", di Andrea Torre, Università Statale di Milano, a.a. 2005-2006, Relatore Prof. Marco Bologna.